RIP Facchetti

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chinatown
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RIP Facchetti

Beitrag von chinatown »

Addio Facchetti
Bandiera nerazzurra
Si è spento a Milano per una grave malattia un simbolo dell'Inter: dalle 634 gare con 79 gol al ruolo di presidente. Leader della Grande Inter di Herrera, capitano per eccellenza dell'Italia
Giacinto Facchetti con la coppa Campioni '65. OlympiaMILANO, 4 settembre 2006 - u201CSe ne è andata lu2019ultima bandierau201D: frase sempre evocativa, spesso retorica e soprattutto fuori moda in un calcio business e senza anima. Ma questa volta possiamo proprio dire che lu2019ultima bandiera ha smesso di sventolare e, purtroppo, per sempre. Piange lu2019Inter, piange il mondo del calcio, per lu2019addio di Giacinto Facchetti, spentosi a 64 anni dopo una malattia dura e terribile, quanto veloce nel strapparlo ai propri affetti. Giacinto aveva scoperto il male solo pochi mesi fa. Muore un mito, muore il capitano per eccellenza, ma si sa che i miti sono immortali e allora sembra di vederlo ancora lì. Sulla fascia sinistra ad interpretare per primo il ruolo di terzino fluidificante; a guardare la monetina che sanciva la vittoria italiana nellu2019Europeo casalingo del 1968; stampato per sempre nella formazione-mantra Sarti-Burgnich-Facchetti e via dicendo della Grande Inter di Helenio Herrera; monumento azzurro capace di accompagnare lu2019Italia attraverso 3 Mondiali con la folle e storica notte di Italia-Germania 4-3 a Messico u201970; e alla fine di recitare il ruolo di presidente nellu2019Inter di Massimo Moratti dopo aver fatto grande i nerazzurri di papà Angelo.
GLI INIZI Giacinto era nato a Treviglio, provincia di Bergamo, il 18 luglio 1942: non ha mai abbandonato le sue radici (abitava a Cassano du2019Adda) perché amava vivere nel verde dove ritrovava lu2019equilibrio. Padre ferroviere, madre casalinga, un fratello e tre sorelle: ambiente sereno e pulito, il massimo per crescere una speranza. Il grande amore con lu2019Inter nasce però da uno u201Csgarbou201D. Facchetti venne raccomandato a 16 anni da Meazza per un provino allu2019Inter, ma venne scartato dai soloni della società. Lui si rivolse allu2019Atalanta, firmò, ma un factotum della società milanese lo convinse a rimanere inattivo fino a novembre e quindi passare allu2019Inter. Era il 1958, lu2019inizio della leggenda. Lo spilungone di Treviglio strappato allu2019atletica, lavora sodo: mattina a scuola, panini al volo, poi di corsa alla stazione (accompagnato in bici dal papà), treno, tram, allenamenti e ritorno.
LA GLORIA Herrera lo vede e intuisce la stoffa del campione, fino a farlo debuttare il 21 maggio 1961 in Roma-Inter 0-2. La settimana dopo ancora in campo e partita sbloccata con un gol in Inter-Napoli 3-0. Facchetti cresce, supera le critiche di San Siro per una stagione opaca e nel 1963 si laurea campione du2019Italia per la prima volta. Eu2019 lu2019anno della conferma perché il 27 marzo debutta con lu2019Italia ad Instanbul con la Turchia (0-1). Non si sfilerà più la maglia azzurra: 94 presenze, 70 da capitano e 3 gol con il trionfo dellu2019Europeo 1968 e il titolo di vice-campioni del mondo nel 1970. Il Mago Herrera lo trasforma nel primo terzino-bomber della storia, il primo terzino fluidificante che attacca sulla fascia, il punto di riferimento di sua maestà Beckenbauer. Nel 1964 perde lo spareggio scudetto con il Bologna, ma si rifà con la Coppa Campioni e Intercontinentale. Il bis nel 1965 in Europa, nel Mondo e anche in Italia con il secondo scudetto. Il 1966 porta ancora tricolore e la prima fascia di capitano con lu2019Italia: a Milano il 1° novembre nel successo sullu2019Urss dopo la disfatta mondiale con la Corea del Nord (il ricordo più doloroso della carriera).
LA FAMIGLIA Le vittorie si accoppiano con lo stile, lu2019eleganza e la serietà. Il matrimonio con il nerazzurro è felice e nel 1967 si u201Caffiancau201D a quello di vita con lu2019amata Giovanna, conosciuta in una balera di Rivolta du2019Adda. Viaggio di nozze ad Orvieto: lui in caserma per servizio militare, lei in una pensioncina. Quattro figli coroneranno il sogno du2019amore: Barbara, Vera, Gianfelice e Luca (attaccante con carriera in serie C e D). Sul campo Giacinto gioca e vince: il quarto scudetto arriva nel 1971 e lu2019ultimo successo è la Coppa Italia del 1978, quando la carriera è al termine. Saluta il campo a 36 anni, il 7 maggio u201978 in Inter-Foggia 2-1 con un autogol: quasi una beffa del destino per il terzino goleador che aveva collezionato 475 partite in serie A con 59 gol (634 in totale con 75 gol), tutto con la maglia nerazzurra.
IL PRESIDENTE Dopo una brevissima parentesi di 9 mesi da vicepresidente dellu2019Atalanta nel 1980 (sempre il nerazzurrou2026), Giacinto rientrò in orbita Inter come dirigente nel 1985 con Pellegrini. Dieci anni dopo arriva Massimo Moratti: il simbolo è sempre al suo fianco, nel novembre 2001 diventa vicepresidente, soffre per il 5 maggio e dal gennaio 2004 è la bandiera del club. Miglior persona non si poteva trovare come 19° presidente dellu2019Inter, miglior carriera nerazzurra non poteva capitare al u201CCipeu201D, come lo chiamava il Mago Herrera dopo che Buffon gli aveva storpiato il cognome in u201CCipellettiu201D nel u201960.
Lu2019UOMO Lascia un uomo tutto di un pezzo: venne definito u201Cterzino e gentiluomou201D. Troppo poco per un giocatore che chiuse la carriera con la Nazionale come capitano non giocatore nel 1978. Poteva ribellarsi ad un ruolo non suo: invece zero polemiche, aiutò sempre Bearzot nel Mondiale argentino e trovò la u201Cgloria letterariau201D nellu2019eroe di u201CAzzurro tenebrau201D, il romanzo di Giovanni Arpino, suo grande amico e padrino di Gianfelice. Il gigante che da piccolo sognava di fare il muratore, perché era felice quando dal primo piano di una casa in costruzione poteva tuffarsi su un mucchio di sabbia, chiudeva una carriera esemplare (un solo rosso per un applauso ironico allu2019arbitro Vannucchi nel 1975 con San Siro) tra i dolci ricordi e la consapevolezza di essere un simbolo del calcio italiano. Sempre a testa alta, in campo e fuori, amato dagli interisti e non solo. Ci mancherà, sembra retorica, ma non lo è.


Rip vecchio guerriero :(

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ObiWan
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Beitrag von ObiWan »

R.i.p

l'antimilan
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Beitrag von l'antimilan »

:eek: :eek:

RIP

einer der allergrössten Vorstopper aller Zeiten!!
gobbo

meine beiträge können ruhig gelöscht werden, falls sie dem generellen Niveau hierdrin nicht genügen und wenn sie unnötig Speicherplatz beanspruchen

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shabba
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Beitrag von shabba »

..eine vo de letschte gentleman im club football....

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salegh
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Beitrag von salegh »

R.I.P
Peoples: "Du bist so glatt wie Teflon,... Scheiss Teflon N*****!"
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alduccio
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Beitrag von alduccio »

Riposa in pace
"Mai abbassero la mia bandiera"

Phebus
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Beitrag von Phebus »

RIP!

Ein Weltklassespieler, dazu ein Gentlemanfussballer. Er war auf seiner Position während Jahren, der beste der Welt.

Allschwil
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Beitrag von Allschwil »

Addio, gentiluomo!

R.I.P

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GRANDE BASILEA
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Beitrag von GRANDE BASILEA »

:( R.i.p
[CENTER]No isch nüt verlore - Zämme kämpfe und dr Titel hole![/CENTER]

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maldini
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Beitrag von maldini »

Ciao Giacinto :(

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